Parlare di intolleranze alimentari significa fare riferimento alle reazioni avverse che l’organismo scatena nei confronti di determinati cibi. Con questa terminologia, spesso utilizzata erroneamente come sinonimo di allergia, si definisce una incapacità della persona nel digerire e metabolizzare alcuni alimenti.
I sintomi sono importanti e saperli riconoscere è essenziale: si tratta più che altro di manifestazioni a livello gastrointestinale quali la nausea e la perdita di peso, ma anche la dissenteria e i crampi all’addome. In caso di intolleranza alimentare si prova una continua e diffusa stanchezza, mentre – per esempio – non sono riscontrati sintomi legati al prurito. Diversamente da quanto avviene in caso di allergia alimentare, in relazione alla quale si presentano in genere orticaria, prurito diffuso e gonfiore delle palpebre.
E’ bene precisare come allergia e intolleranze alimentari configurino ben distinte patologie, con le loro cause e sintomi oltre che i diversi percorsi diagnostici. Al centro bisogna porre sempre la figura dello specialista, l’unico ad essere incaricato di accertare completamente la presenza di un disturbo e in grado di indicare il percorso per affrontarlo correttamente. Il fai-da-te in ambito sanitario non è mai una scelta corretta, così come è sbagliato affidarsi ai consigli e al sentito dire.
Capire se si soffre di intolleranza a determinati alimenti rappresenta un passaggio cruciale per la propria salute e bisogna contattare in proposito il medico – al comparire dei sintomi – per poi fare una visita allergologica o gastroenterologica. Questo consentirà di mettere a segno una prima valutazione, alla quale potrà fare seguito da parte dello specialista la prescrizione di ulteriori controlli approfonditi e test ad hoc, per comprendere al meglio la natura del disturbo.
L’importanza di fare test specifici e di una corretta dieta
Scegliere di affidarsi a uno specialista è la cosa migliore da fare per tutelare la propria salute: grazie alla visita e all’analisi dei sintomi si potrà orientare la diagnosi verso la presenza di un’allergia o di un’intolleranza alimentare. In questo secondo caso, il medico potrà suggerire di approfondire ancora i controlli prescrivendo test come ad esempio l’urea breath (specifico per l’intolleranza al lattosio), analisi del sangue oppure una colonscopia.
E’ importante fare attenzione alla propria dieta ed è essenziale evitare di modificarla prima di essersi rivolti al centro medico: sarà sempre lo specialista a indicare un’alimentazione più equilibrata, eliminando eventuali alimenti ritenuti dannosi per la salute. L’intolleranza può in sintesi essere definita come un malessere che si lega all’assunzione di alcuni alimenti, spesso comuni (per esempio grano e uova): si manifesta in modo graduale e proporzionale alla quantità di cibo che si ingerisce.
E’ possibile parlare di intolleranze alimentari di tipo enzimatico (c’è qui una incapacità di metabolizzare certe componenti dei cibi) e la più comune è quella verso il lattosio. Esistono poi intolleranze che si manifestano per la presenza negli alimenti di sostanze con attività farmacologica (come l’alcol o la caffeina) ma anche certi additivi alimentari – come i conservanti e i dolcificanti – possono essere coinvolti. Possono contribuire alla comparsa delle intolleranza anche fattori legati allo stress, malattie oppure a una dieta particolarmente scorretta.